Intervista: Parla il fondatore dell’Odin Teatret: Era chiaro che volevano sbarazzarsi di me

Holstebro Dagbladet, 26 marzo 2023

Mette Grith Sørensen: Intervista a Eugenio Barba

Parla il fondatore dell’Odin Teatret: Era chiaro che volevano sbarazzarsi di me

Il fondatore dell’Odin Teatret, Eugenio Barba, è stato per quasi due anni in aspra disputa con il suo successore, Per Kap Bech Jensen e con il consiglio di amministrazione del Nordisk Teaterlaboratorium (NTL). Ha scelto di dire “no grazie” a 250.000 corone (33.500 euro), ha preso le sue cose private ed è andato via.

Holstebro: il 2 dicembre 2022 si poteva leggere su Holstebro Dagbladet con il titolo “Barba si stacca – e porta con sé il nome dell’Odin Teatret” che il fondatore e direttore di lunga data dell’Odin Teatret, Eugenio Barba, avrebbe lasciato l’edificio del teatro a Særkærparken insieme ad alcuni dei suoi fidati collaboratori.

È successo dopo le indiscrezioni girate per alcuni mesi dopo che un giornale italiano aveva accennato che si stava preparando una rottura.

“La dipartita di Eugenio il 1° dicembre è la fase finale del cambio generazionale in atto da diversi anni nel teatro locale”, ha commentato la presidente del consiglio di amministrazione del teatro, Louise Ejgod.

Ma la cosa non è così semplice.

In effetti, si può quasi parlare di una faida interna alla fine della quale il fondatore dell’Odin Teatret ha lasciato il teatro che aveva costruito quasi 60 anni fa. A quel tempo, nessuna delle due parti raccontò pubblicamente quanto alte fossero state effettivamente le onde.

Lo sviluppo è stato – per usare le parole di una persona che non desidera essere citata – “un esempio da manuale di un cambio generazionale deragliato”.

Un direttore teatrale con idee sue

Si potrebbe giustamente affermare che Eugenio Barba, il quale probabilmente non faceva parte del comitato per la nomina, ma al quale fu comunque chiesto consiglio, scelse come suo successore Per Kap Bech Jensen, perché lo riteneva “una persona capace, che era già conosciuta a teatro”.

“Era modesto, e ho pensato che sarebbe stato un buon moderatore”, dice oggi Eugenio Barba a proposito della persona che l’ha sostituito.

La sorpresa è stata che il capace e modesto direttore teatrale aveva in realtà idee completamente nuove e una sua opinione sulle cose. Non ultima che doveva essere rafforzata l’economia. Come disse a Holstebro Dagbladet nell’agosto 2022:

“Il mondo sta cambiando, e anche le richieste di ciò che un teatro deve essere in grado di fare. (…) Noi paghiamo per il lavoro che viene eseguito. Sarebbe anche irresponsabile dato che riceviamo denaro pubblico”.

Il rapporto tra l’ex direttore e il suo successore si è incendiato a tal punto durante il 2021 che Per Kap Bech Jensen ha scelto di lasciare alla presidente del consiglio di amministrazione, Louise Ejgod, la facoltà di parlare a suo nome durante le trattative con Barba. Nel 2022, Barba ha seguito l’esempio e si è fatto aiutare da persone vicine a lui per continuare il dialogo con il consiglio di amministrazione, via via contrassegnato da frustrazione e mancanza di fiducia.

Questo significa che per Holstebro e i cittadini della città esistono ora due teatri. Uno è il NTL, che si trova dove è sempre stato, vale a dire nella fattoria più volte ristrutturata in cui si era trasferito l’Odin Teatret nel 1966. È qui che ha le redini Per Kap Bech Jensen, subentrato nel 2021 come nuovo direttore di quello che allora si chiamava Nordisk Teaterlaboratorium-Odin Teatret.

Poi c’è l’Odin Teatret, il cui direttore e fondatore, Eugenio Barba, ha ricevuto dal consiglio di amministrazione il diritto di conservare il nome del gruppo da lui fondato a Oslo nel 1964. L’Odin Teatret ha lasciato Særkærparken alla fine del 2022, e ora ha la sua sede presso l’indirizzo privato di Barba vicino al Vandkraftsøen. L’idea è che le attività debbano svolgersi sia a Holstebro che all’estero come sempre, perché, a quanto dice Barba, vi sono delle richieste.

“Se rimarrò a Holstebro? Sì, è chiaro. Dopotutto, copro le spese per un pezzo di terra per l’Odin Teatret nel cimitero in cui i collaboratori ed io un giorno riposeremo. Da lì, nessuno può sloggiarci”, dice sorridendo Eugenio Barba.

La scelta della leggenda

È una bella giornata di sole di febbraio, e la leggenda del teatro ci ha invitato per un caffè e una chiacchierata su cosa è andato storto.

La “leggenda del teatro” non è qualcosa che Barba o Dagbladet hanno inventato. Nel 2019, Holstebro è davvero entrata nella storia del teatro quando il rispettato professore di teatro inglese Paul Allain ha curato e pubblicato otto libri sui più importanti registi del 20° secolo. Uno dei volumi si intitola semplicemente “Grotowski/Brook/Barba”. Barba è indiscutibilmente un’icona nella storia del teatro moderno.

Quanto sopra non è senza significato per l’effetto sorprendente e spiacevole come un secchio d’acqua ghiacciata in faccia quando il regista si è reso conto che il suo status nel mondo del teatro era di scarsa importanza per il consiglio o per il nuovo direttore.

Una piccola cosa – agli occhi degli estranei – ha appiccato il fuoco che da allora ha alimentato il conflitto. Il 17 marzo 2021, Per Kap Bech Jensen, il direttore del Nordisk Teaterlaboratorium (NTL), scrisse in una mail a Eugenio Barba, regista-direttore dell’Odin Teatret, che il NTL non avrebbe coperto il costo di 3600 euro per la stampa e la spedizione di una nuova rivista di teatro (JTA – Journal of Theatre Anthropology) che Barba stava pubblicando con documenti dell’archivio.

Lo scontro che ne è seguito è terminato solo due anni dopo, nel gennaio del 2023, con il consiglio di amministrazione del Nordisk Teaterlaboratorium che ha scritto in una mail:

“Purtroppo questo ha fatto sì che il consiglio abbia valutato che non sia possibile mantenere il legame di Eugenio Barba con il teatro”.

Al centro dell’intero conflitto c’è l’”Archivio”.

Un progetto privato

Nel 2004, l’Università di Aarhus aveva istituito un centro di ricerca decentralizzato per gli studi teatrali nei locali di Særkærparken. All’Odin Teatret, frequentato da studiosi, c’era una vasta raccolta di documenti: lettere, programmi, fotografie, appunti, diari di lavoro e altro ancora. Qui doveva essere collocata e conservata la biblioteca privata di Barba.

Per un periodo di dieci anni, l’Odin Teatret ha pagato un certo numero di persone in patria e all’estero per registrare e archiviare tutti i documenti. Nel 2014, li ha offerti alla sezione del teatro della Biblioteca Reale che è diventata quindi la nuova sede dell’Archivio dell’Odin Teatret. Oggi tutti i documenti originali sono a Copenaghen.

Ma c’è anche una copia digitale di tutto ciò a Særkærparken a Holstebro.

“Sapevo che lì avevamo un capitale di conoscenza, quindi ho deciso di utilizzare l’archivio per creare una rivista, sia digitale che cartacea, e inviarla nel mondo”, spiega Eugenio Barba.

Questo genere di cose costa denaro.

Così, nel marzo 2021, Eugenio Barba ha chiesto con una e-mail al neo-nominato direttore del Nordisk Teaterlaboratorium (NTL), Per Kap Bech Jensen, i suddetti 3.600 euro per la stampa di 420 copie della rivista teatrale e per le spese di spedizione alle biblioteche più importanti del mondo.

Per Kap Bech Jensen ha risposto esplicitamente di no, ma ha suggerito che un sostegno economico avrebbe potuto essere prelevato dallo Stanislavskij Fond, il fondo privato degli attori per teatri e persone di teatro in difficoltà.

Cancellazione e preventivo limitato

“Quello che diceva tra le righe era: quello che stai facendo lo considero un progetto privato, quindi non lo finanzierò”, spiega Eugenio Barba.

Per lui, non era una piccola cosa che poteva lasciar passare. La ricerca teatrale e la collaborazione internazionale erano esattamente ciò su cui intendeva concentrarsi nel suo “ultimo tempo”.

Dopo, è solo peggiorato tutto.

Nell’aprile 2021, circa un mese dopo la famosa corrispondenza via e-mail, Per Kap Bech Jensen decise di annullare la prevista Odin Week annuale con 50 partecipanti, presumibilmente perché voleva presentare un’altra rappresentazione teatrale e aveva anche bisogno di utilizzare i locali per le prove di un grande spettacolo in un progetto danese- coreano.

Eugenio Barba, “caduto dalle nuvole”, scrisse all’ex presidente del consiglio, ora consigliere ordinario, lamentando il suo disagio.

Non ricevette risposta.

Nel novembre 2021 Eugenio Barba fu convocato dal consiglio di amministrazione. In quel momento la comunicazione con Per Kap Bech Jensen era completamente interrotta. I due non si parlavano affatto dopo che Barba aveva presentato un preventivo di 380.000 corone (60.000 euro) per il nuovo spettacolo Tebe ai tempi della febbre gialla e Per Kap Bech Jensen aveva detto che avrebbe potuto dare 10.000 corone (1350 euro), e niente più.

In fila per un locale

Eugenio aveva esposto le sue preoccupazioni al consiglio di amministrazione – e fu in seguito informato che, per il bene di tutti, le comunicazioni future dovevano avvenire tramite la presidente del consiglio Louise Ejgod.

“Durante le prove, se compravo un lenzuolo, dovevo inviare la fattura, e lei la spediva al contabile. Non ricevo lo stipendio dal 2001. Da allora prendo solo 2000 corone (265 euro) al mese. Il resto dello stipendio ho scelto io stesso di lasciarlo all’Odin Teatret per finanziare l’archivio e altre attività. L’intero primo piano di un’ala del nostro teatro è stato pagato con un prestito che ho contratto sulla mia casa. La mia presenza non era un onere economico.  Per nostra scelta, io e gli attori vivevamo con uno stipendio ridotto per poter dare per qualche anno del denaro a giovani attori emergenti”, dice Eugenio Barba.

A lui, che era stato direttore e fondatore del teatro, è stato detto di mettersi in fila e aspettare un locale in cui lavorare su un piano di parità con tutti gli altri che lavoravano in teatro.

“Nei due anni in cui sono stato assunto dopo essere stato sostituito come direttore da Per Kap Bech Jensen, non ho avuto l’opportunità di utilizzare un locale per provare il mio ‘ultimo’ spettacolo. Sono stato privato dell’opportunità di lavorare nel teatro che ho costruito con le mie mani insieme ai miei attori. Dunque, sono rimasto a casa e ho realizzato dieci film sull’antropologia teatrale – pagando io stesso la produzione – con documenti dell’archivio che sono disponibili gratuitamente online”, dice Eugenio Barba.

L’offerta di Lecce

Ad un certo punto, Barba è stato informato che la sua collezione privata di 5.000 libri, che aveva depositato presso il NTL, era d’intralcio e un pericolo in caso di incendio. I vigili del fuoco hanno chiesto che i libri fossero spostati. E così fu fatto, mandando in fumo l’intera catalogazione – secondo Barba.

“Sapevo che quei libri stavano per essere buttati via. Questo sarebbe il passo successivo. Molti oggetti erano già spariti, gettati, senza che io ne fossi informato”, dice Eugenio Barba.

Così ha deciso di accettare un’offerta da Lecce in Italia, una città della regione in cui Barba è cresciuto. Lecce ha voluto costruire un museo in suo omaggio denominato “Archivio Vivente”. Barba ha portato via i suoi libri, il suo archivio personale, una copia dell’archivio dell’Odin Teatret e del Terzo Teatro, alcune scenografie, la sua collezione di manifesti storici teatrali e la sua collezione di maschere – e ha spedito tutto per camion a Lecce.

“Ho discusso a lungo con il consiglio di amministrazione. Riconoscevano che era mia proprietà e che potevo farne ciò che volevo. Ma sostenevano anche che in tal modo avrei svuotato l’edificio del suo valore storico”, confessa Barba, il quale non poteva dire all’Odin Teatret perché staccava le cose dai muri – tra l’altro senza avere aiuto da nessuno, avendo promesso al consiglio di amministrazione di tenere la bocca chiusa fino alla scadenza del suo contratto.

“Anche se ho implorato e pregato il consiglio di spiegare alle persone cosa stesse succedendo a teatro, non hanno detto niente. Una lettera per informare lo staff è stata inviata solo due mesi dopo. A quel punto il danno era fatto e il mio rapporto con diverse persone a teatro era distrutto. La gente non capiva”, dice Eugenio Barba.

Ho vergogna

Sei amareggiato?

“Amareggiato? No, ho soprattutto vergogna. E per me è più duro, più pesante. Mi vergogno di non aver potuto proteggere i miei attori e anche altri che avevano lasciato la loro patria per venire a lavorare all’Odin Teatret a Holstebro. Else Marie Laukvik, che ha fondato il teatro insieme a me a Oslo – beh, il modo in cui è stata trattata… Non le è stato nemmeno permesso dal teatro di mantenere il suo indirizzo digitale perché costava denaro, e non era più scritturata. E Ulrik Skeel, che ha lavorato sodo per far collaborare insieme le diverse istituzioni culturali di Holstebro – licenziato. Questo era il modo in cui le persone venivano trattate, un modo brutale e offensivo”, dice Eugenio Barba.

Secondo lui e Ulrik Skeel, Per Kap Bech Jensen nel suo discorso di inaugurazione nel gennaio 2021 aveva affermato che nei primi due anni non sarebbero avvenuti cambiamenti importanti, come invece ha fatto. I licenziamenti sono avvenuti nel maggio-giugno 2022.

“Ha detto che era un allontanamento naturale perché le persone erano vecchie e stanche. Certo, siamo vecchi, ma non siamo stanchi, e con voglia di lavorare”, dice Eugenio Barba.

Ulrik Skeel, che seduto ha ascoltato la conversazione tra il giornalista e Barba, ha la sua interpretazione.

“Sembrava che degli estranei si fossero trasferiti a casa mia e avessero iniziato a rimuovere le mie cose e a sostituirle con le loro. Sì, era previsto un cambiamento, ma avevamo immaginato che sarebbe avvenuto in modo fluido, tranquillo, pacato e che si sarebbe articolato in modo organico” dice.

No, grazie, a 250.000 corone

Nel giugno 2022, Eugenio Barba ha provato un’ultima volta a trattare con il consiglio di amministrazione. Voleva continuare a lavorare con l’Odin Teatret, cioè con i suoi attori, a Særkærparken, e in una mail suggeriva di farlo con spettacoli, produzioni interculturali, il Living Archive, festival, ricerca e altro – tutto ciò, che, secondo a lui, aveva dato profitto nel corso degli anni. In cambio lui e gli attori avrebbero ricevuto il dieci percento del sussidio annuale che lo Stato e il Comune davano al NTL, ovvero circa 750.000 corone danesi (100.000 euro).

Il consiglio di amministrazione ha risposto che era fantastico che Barba volesse continuare e che lo avrebbero sostenuto con 250.000 corone (33.500 euro) nel 2023. Tuttavia, non volevano che accreditasse al Nordisk Teaterlaboratorium quello che faceva e gli hanno annunciato che il nome Odin Teatret gli sarebbe stato trasferito alla scadenza del suo contratto il 31.12. 2022.

“Era abbastanza chiaro che volevano sbarazzarsi di me”, dice Barba.

Barba è rimasto così deluso dalla reazione del consiglio che ha risposto che non accettava le 250.000 corone che gli erano state offerte.

“Ho chiesto al consiglio di amministrazione di informare il teatro su quello che era accaduto. Non hanno voluto. Ci sono persone a teatro che pensano io abbia accettato le 250.000 corone”, dice con rammarico Eugenio Barba.

Forse avresti dovuto tu stesso pronunciarti pubblicamente?

“Louise Ejgod ha scritto di aver scelto una strategia di sobrietà per quanto riguarda le dichiarazioni pubbliche, e si è deliberatamente astenuta dall’entrare in situazioni che potessero scatenare reazioni in internet. Non avevo voglia di gridare. E se poi il risultato fosse stato che il teatro chiudeva e gli attori dei due gruppi Váli e Ikarus avrebbero perso il lavoro? Ho accettato di tenere la bocca chiusa fino alla scadenza del mio contratto. Tutto quello che desideravo era andarmene via. Sono rimasto così a lungo perché volevo vedere se potevo salvare dei posti di lavoro”, dice Barba.

Pensionati con esperienza

A quattro dei vecchi attori dell’Odin Teatret – Donald Kitt, Roberta Carreri, Kai Bredholt e Iben Nagel Rasmussen – Per Kap Bech Jensen ha offerto un’estensione del loro contratto ed essi hanno accettato.

“Se parlo ancora con loro? Sì, certamente! Hanno avuto l’opportunità di continuare nel luogo che hanno contribuito a costruire, e questo è buono. Altri di noi non hanno avuto questa opportunità”, dice Eugenio Barba, e hanno lasciato Særkærparken e sono Else Marie Laukvik, Tage Larsen, Julia Varley, Ulrik Skeel, Rina Skeel, Jan Ferslev e Anne Savage.

Barba ha pubblicato un manifesto nel dicembre 2022, in cui scrive: “L’Odin Teatret continuerà la sua danza con fede incrollabile nei valori che lo hanno ispirato, e con la stessa gratitudine verso i cittadini e i politici di Holstebro, che lo hanno accolto quando i suoi attori erano degli anonimi stranieri”.

“Siamo come pensionati con molta esperienza. Non chiederemo sovvenzioni: guadagniamo all’estero. L’anno prossimo ricorre il 60° anniversario dell’Odin Teatret, nato nel 1964 a Oslo, e sono già arrivati ​​molti inviti. Ci sono offerte per noi da festival in Serbia, Olanda, Italia e Francia”, dice Eugenio Barba e spiega che dopo la notizia della separazione dell’Odin Teatret dal NTL e del fatto che era senza sede, ci sono state varie proposte di ospitalità.

“Diversi gruppi teatrali dall’estero e in Danimarca ci hanno offerto il loro spazio per provare. Questo ci ha toccato molto” dice Barba e rivela che sogna di lavorare in un modo completamente differente con il teatro.

Sembra eccitato al pensiero.

“Sono ispirato dal jazz. Da una jam session. Sai, puoi lavorare con uno, due, tre attori, improvvisazione e altro. No, non ho perso l’opera della mia vita, ho ancora molti progetti e collaborazioni davanti a me”, dice l’86enne italiano di Holstebro.

Fuori dal mosaico

Cosa ti aspettavi veramente quando Per Kap Bech Jensen ti ha sostituito come direttore?

“Mi aspettavo rispetto per l’ensemble che è stato insieme per decenni. Nordisk Teaterlaboratorium è un’organizzazione ombrello che includeva più di 30 attività. Avevo immaginato di poter continuare con i miei attori come parte di questo mosaico. Mi sono reso rapidamente conto che non era questa l’intenzione”, dice Eugenio Barba.

LA RISPOSTA DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEL NORDISK TEATERLABORATORIUM (NTL)

Il direttore del NTL Per Kap Bech Jensen non ha voluto commentare l’articolo, ma fa riferimento alla presidente del consiglio di amministrazione Louise Ejgod. Lei risponde a quanto segue:

Cosa ne pensi del fatto che il fondatore dell’Odin Teatret, Eugenio Barba, si senta mal trattato dal consiglio e dal nuovo direttore Per Kap Bech Jensen, e allontanato dal teatro da lui stesso creato?

“Sono davvero triste che sia andata a finire così. Non era affatto quello che volevamo quando nel 2014 abbiamo messo in moto un graduale cambio generazionale. Si è concluso con alcuni conflitti estremamente complicati, che ci hanno portato a prendere la decisione di non rinnovare il contratto di regista per Eugenio Barba, scaduto alla fine del 2022. Per Kap Bech Jensen è stato assunto, tra l’altro, per effettuare una transizione graduale dal vecchio al nuovo. Questo processo è stato infinitamente più difficile di quanto ognuno di noi avesse pensato.

“Anche il Covid ha avuto un ruolo decisivo in tutto questo, perché Per ha dovuto prendere la decisione di mandare a casa gran parte del personale e cancellare o adeguare una serie di attività internazionali. In un teatro, dove il fulcro è sempre stato l’incontro e il lavoro, è stato estremamente difficile per i dipendenti. Era però necessario mettere in sicurezza le finanze del teatro, enormemente messe alla prova durante tutto il periodo”.

Perché il consiglio non ha informato i dipendenti che Eugenio Barba voleva e aveva il diritto di smontare e rimuovere le sue cose dal teatro?

“In primo luogo, è sempre responsabilità del direttore informare i dipendenti. Non è questo il compito del consiglio. E in secondo luogo, Eugenio Barba non sa che dialogo ci sia stato tra Per Kap Bech Jensen e i dipendenti. Sono sicuro che Per se ne sia preso cura adeguatamente. Sento che il silenzio del consiglio di amministrazione occupa molto spazio nel racconto di Eugenio. È uno dei punti in cui non ci siamo incontrati. Non capisce il motivo del ‘silenzio’. Abbiamo scelto di non dire nulla pubblicamente per tutelare uno staff che aveva passato un periodo davvero difficile con i conflitti e la divisione che c’è stata”.

È sbagliato quello che Eugenio Barba racconta nell’articolo?

“Non noto immediatamente nulla che sia effettivamente sbagliato, ma so che gran parte di ciò che ha detto è un’interpretazione leggermente diversa da come lo farei io. Le diverse interpretazioni di ciò che è realmente accaduto e che è corretto sono decisive per come le cose sono andate a finire. Ora il mio desiderio maggiore è di poter andare avanti, per il bene di tutti concentrandoci sulle attività significative che tutti abbiamo, sia nel Nordisk Teaterlaboratorium che nella neonata associazione Odin Teatret.

DIDASCALIE:

– Probabilmente ho una responsabilità, perché faccio parte della situazione. Ho riflettuto a lungo se ho commesso qualcosa di sbagliato indicando Per Kap Bech Jensen come nuovo direttore, dice Eugenio Barba. Foto: Johan Gadegaard.

– La gente domanda: “Cosa dicono i politici a riguardo?” Non dicono niente. Sono silenziosi. Holstebro mostrò un grande coraggio quando ci accolse nel 1966, e abbiamo ricevuto un grande supporto nel corso degli anni – soprattutto dai funzionari che dirigevano la cultura. Foto: Johan Gadegaard.

– No, gli archivi NON sono stati rimossi da Holstebro. Una copia si trova al teatro di Særkærparken, non ho portato via niente in Italia. Chiunque lavori all’Odin Teatret ha diritto a una copia degli archivi: sono lì per essere divulgati. E i documenti originali sono alla Biblioteca Reale di Copenaghen, spiega Eugenio Barba. Foto: Johan Gadegaard.

– I vecchi membri dell’Odin Teatret hanno scritto un “testamento”, inteso nel senso che l’Odin Teatret vivrà finché uno solo di noi vuole fare teatro. Ecco perché ci prendiamo tanta cura del nome dell’Odin, spiega Eugenio Barba. Foto: Johan Gadegaard.

– Ulrik ha invitato il Nordisk Teaterlaboratorium a collaborare con l’Odin Teatret a “Poesia di giovedì”, l’evento che è organizzato con molte altre associazioni di Holstebro. Ma hanno rifiutato, dice Eugenio Barba. Foto: Johan Gadegaard.

FATTI

1966 – L’Odin Teatret, fondato e attivo in Norvegia dal 1964, viene invitato a stabilirsi a Holstebro. Riceve un sussidio di 60.000 DKK e, come locali di lavoro, un porcile e una stalla per mucche in una fattoria in disuso a un km dalla città. L’area è di 590 mq, sarà ampliata in più fasi fino a 1850 mq, autofinanziati. Barba e i sette attori creano un “laboratorio teatrale” con seminari, pubblicazioni, inchieste sociologiche, collaborazioni con diverse università e ospitando spettacoli stranieri e danesi.

1967 – Organizzazione della Settimana di Cultura in collaborazione con il teatro Vestergade 58 di Jens Okking di Aarhus.

1980 – Eugenio Barba e l’Odin Teatret ricevono il premio Kjeld Abell dell’Accademia Danese con la motivazione: “cercano e trovano nuove strade a Holstebro con un impegno vitale e appassionato verso il mondo esterno“.

1988 – Barba nominato dottore honoris causa presso l’Università di Aarhus, il primo di simili riconoscimenti da parte di altre dodici università, tra cui Hong Kong, Edimburgo e Buenos Aires.

1989 – L’Odin Teatret celebra il suo 25° anniversario invitando per la terza volta Dario Fo a Holstebro e organizzando, senza alcuna sovvenzione la prima Holstebro Festuge (Settimana di festa), che coinvolge la maggior parte delle istituzioni culturali della città.

1991 – Il Kulturfonden danese elargisce 850.000 corone alla seconda Holstebro Festuge. Il sussidio è rinnovato per tutti gli anni ’90.

1992 – Fondazione dell’annuale Odin Week Festival e del triennale Transit Women’s Theatre Festival.

2000 – L’Università di Copenaghen assegna a Barba il premio Sonning di 500.000 corone “per il suo impegno a diffondere la cultura europea“.

2004 – L’Università di Aarhus designa l’Odin Teatret come centro decentralizzato di ricerca sul teatro come laboratorio sociale, e come summer school.

2008 – Barba inizia la costruzione dell’Odin Teatret Archive. Nel 2014 i documenti originali dei primi 50 anni di attività come laboratorio dell’Odin Teatret sono consegnati alla Biblioteca Reale di Copenaghen. Un archivio simile con copie digitalizzate si trova a Holstebro e attualmente, in costruzione, a Lecce nel LAFLIS, Living Archive Floating Islands della Biblioteca Bernardini.

2022 – Barba riceve il premio alla carriera di 200.000 corone della Fondazione Wilhelm Hansen come “una delle personalià più importanti nella storia del teatro recente, se non la più importante“.

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